Whistleblowing: il nuovo decreto inciderà sulla disciplina 231

Lo scorso 9 dicembre 2022 il Governo ha adottato l’atteso schema di decreto legislativo che, una volta in vigore, darà piena attuazione alla Direttiva (UE) 2019/1937, relativa alla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione (cd. “direttiva Whistleblowing”).

Con particolare riguardo al settore privato, anche prima di tale intervento l’impianto interno risultava già parzialmente allineato alle previsioni della Direttiva, seppur limitatamente agli enti dotati di un proprio Modello 231 e, in tale contesto, solo con riguardo agli illeciti rilevanti ai sensi di quest’ultima normativa.

Il decreto integrerà le tutele già previste dal D.Lgs. 231/2001, estendendone l’ambito di applicazione:

  • da un punto di vista soggettivo, qualificando come “whistleblower” non più soltanto i dipendenti, ma anche lavoratori autonomi, collaboratori, volontari, tirocinanti, azionisti e persone con funzioni di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza o rappresentanza ed anche fornitori e appaltatori;
  • sotto l’aspetto contenutistico, con l’introduzione di nuove materie (appalti pubblici, servizi, prodotti e mercati finanziari, riciclaggio e finanziamento del terrorismo, privacy, sicurezza delle reti e sistemi ICT). 

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La nuova disciplina estenderà l’obbligo di istituire adeguati canali di segnalazione interni, limitatamente alle violazioni delle disposizioni europee, anche agli entinon 231”, purché con almeno 50 lavoratori.

È innegabile dunque che, nel breve periodo, si renderanno necessarie sostanziali integrazioni per tutte le realtà private.

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