Ritardata attuazione della direttiva whistleblowing – la commissione europea attiva la procedura di infrazione

Il 15.02.2023 la Commissione Europea ha attivato la procedura di infrazione contro l’Italia, assieme ad altri sette paesi dell’Unione, in ragione del mancato recepimento e notifica delle misure nazionali rispetto alla Direttiva UE n. 2019/1937 concernente la tutela delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione – la cd. direttiva whistleblowing che, una volta attuata, avrà impatti inevitabili anche sulla disciplina di cui al D.Lgs. 231/2001.

Gli Stati membri avrebbero dovuto recepire le misure necessarie per conformarsi alle disposizioni europee entro il 17 dicembre 2021.

Tenuto conto del mancato adempimento entro la scadenza, la Commissione Europea, rimasta inevasa anche la “costituzione in mora” inoltrata nel gennaio 2022, ha deferito tali Paesi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, non avendo ritenuto soddisfacenti i pareri motivati di tali Paesi.

Come anticipato nelle precedenti settimane (nell’articolo “Whistleblowing: il nuovo decreto inciderà sulla disciplina 231“ e in “Confindustria sul whistleblowing”), infatti, l’attuazione della normativa europea è in fase avanzata, ma non completa: il Governo italiano ha infatti adottato unicamente il relativo schema di Decreto Legislativo, ora al vaglio delle Commissioni parlamentari per gli eventuali adattamenti e correttivi finalizzati all’allineamento con la normativa nazionale.

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