Una pronuncia in tema di misure cautelari nei confronti dell’ente

Con recente sentenza la Suprema Corte (n. 17371 del 26 aprile 2023) si è pronunciata sui presupposti di applicazione delle misure cautelari di cui al D.Lgs. 231/2001 e, più in particolare, della misura dell’interdizione dall’esercizio dell’attività.

La Corte ha, nel presente caso, rigettato il ricorso di una società avverso il provvedimento del Tribunale del Riesame, il quale ultimo aveva confermato l’applicazione – in via cautelare – della richiamata misura, in relazione al reato di riciclaggio.

Nelle proprie motivazioni, la Cassazione ha, in particolare, confermato

  • che l’art. 25 octies del Decreto 231 (che disciplina le conseguenze sanzionatorie per l’ente in caso di realizzazione di reati di riciclaggio) prevede l’applicazione delle sanzioni interdittive di cui all’art. 9 co.2, tra cui l’interdizione dall’esercizio dell’attività;  
  • che, a differenza di quanto lamentato dalla difesa, ai fini dell’applicazione delle sanzioni interdittive è sufficiente la verifica della sussistenza, in via alternativa, di uno dei due presupposti generali indicati all’art. 13 (la percezione di un profitto di rilevante entità o la reiterazione degli illeciti contestati); 
  • che in ogni caso i profili di reiterazione, adeguatezza e proporzionalità della misura erano stati, dal GIP prima e dal Tribunale del Riesame poi, adeguatamente motivati.

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