Lotta alle frodi UE: coinvolto anche il d.lgs. 231/2001

Il 6 novembre 2022 è entrato in vigore il D.Lgs. n. 156/2022 (pubblicato in G.U. il 22.10.2022), recante “Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 14 luglio 2020, n. 75, di attuazione della direttiva (UE) 2017/1371” (la c.d. direttiva PIF) “relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale”.

Diverse sono le fonti incise dal nuovo decreto: il codice penale, il testo unico doganale, la normativa dedicata alle frodi in agricoltura, quella sui reati tributari e, infine, il D.Lgs. n. 231/2001.

Rispetto a quest’ultimo, mette conto segnalare la modifica dell’art. 25 quinquiesdecies, relativa alla commissione dei delitti previsti dal D.Lgs. n. 74/2000 (in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto), introdotta allo scopo di meglio circoscrivere – in linea con le previsioni della direttiva PIF – quelle condotte illecite da perseguire poiché connesse al territorio di altri Stati, così da garantire il rispetto del principio di transnazionalità unionale rilevante ai fini della responsabilità ex D.Lgs. 231/2001.

In base alla nuova formulazione della norma, la responsabilità dell’ente sussiste allorché tali reati siano “[…] commessi al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto nell’ambito di sistemi fraudolenti transfrontalieri connessi al territorio di almeno un altro Stato membro dell’Unione europea, da cui consegua o possa conseguire un danno complessivo pari o superiore a dieci milioni di euro […]”.

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