AUTORE
Avv. Elena Balloch
L’analisi dei dati ha sempre rivestito un ruolo centrale nel business assicurativo, consentendo, tra le varie cose, di affinare i processi di pricing e di assunzione dei rischi. Nell’epoca dei big data questo aspetto, oltre che essere ancora più evidente, ha aperto le porte a possibilità in passato inesplorate.
Proprio da questo punto di vista, il Segretario Generale IVASS, Stefano De Polis, nel contesto del Convegno organizzato da SDA Bocconi “Personalized Pricing in Insurance: The Promises and Perils of Big Data” il 17 marzo 2023, ha parlato di 3 grandi promesse dei big data:
- la riduzione delle inefficienze generate dalle asimmetrie informative, soprattutto nei mercati in cui l’assicurazione non è obbligatoria;
- l’efficienza dei risarcimenti, ad esempio tramite la drastica riduzione dei tempi di liquidazione (cd. real time indemnification);
- l’assicurazione degli stili di vita (osservando le abitudini di vita del singolo, rilevando informazioni dai device impiegati, ecc.) al fine di consentire l’offerta di assicurazioni idonee a coprire in modo proporzionale ciascun rischio.
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Tuttavia, a fronte di grandi promesse, è necessario altresì fare i conti con i pericoli derivanti dall’impiego dei big data. Secondo la Vigilanza, tra gli aspetti controversi rientra anche la crescente complessità dell’attività di vigilanza. Pertanto, al fine di verificare l’esistenza di processi di governo e controllo dei big data delle imprese e di verificare l’affidabilità dei processi di tariffazione, la vigilanza presterà attenzione all’adeguatezza dell’architettura informatica, alla disponibilità di personale specializzato (data scientists), nonché alle politiche di outsourcing nel campo informatico e dei fornitori di analisi di big data.
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